Cielo quarto o del Sole. Spiriti sapienti: San Tommaso
Le severe parole di Foichetto sulla degradazione della Chiesa, e di conseguenza dell’umanità, propongono al poeta il confronto tra il disordine che costituisce il comune denominatore della società umana e l’ordine che egli osserva nel paradiso e nel quale tutti potrebbero collocarsi, se sapessero rompere con le forze del male. Tale dovrebbe essere il destino degli uomini. Infatti Dio creò tutte le cose, materiali e spirituali, con tale ordine che chi l’osserva e ne avverte la razionalità e il fine non può non sentire la grandezza di Dio e tendere a Lui. Un esempio di questo ordine è lo spettacolo che egli ora contempla: c’è un punto nel quale il moto equatoriale dei corpi celesti si incontra col moto zodiacale dei pianeti, il punto da cui procedono le stagioni, primaverile ed autunnale. È questo solo un saggio della perfezione universale, su cui il poeta non può fermarsi perché attratto dall’argomento centrale del suo itinerario. Ormai siamo nel cielo del sole, cui il poeta giunge senza avere precisa coscienza del passaggio da una stella all’altra: tutto si svolge al di fuori del tempo o in un tempo non valutabile con le nostre misure. Un esempio: si pensi alla nascita in noi di una nuova idea della quale ci avvediamo solo quando giunge a chiarezza e si manifesta. Le anime di questo cielo appaiono più intensamente luminose, anche per poter distinguersi dalla luce solare; esse vivono e godono della contemplazione della Trinità. Cantano soavemente, si dispongono a corona e il poeta e Beatrice si trovano al centro di una corona di dodici anime. Una di loro parla a Dante: poiché tu hai l’eccezionale privilegio di venire, vivo, in paradiso, noi beati non possiamo non rispondere alle tue domande: tu vuoi sapere chi sono gli spiriti di questa corona. Io fui frate dell’ordine di San Domenico, il quale con la sua regola monastica guida i frati per una strada per la quale ci si può arricchire religiosamente se non si corre dietro le altre ricchezze. Io sono Tommaso di Aquino; a destra è Alberto Magno, uomo di grande scienza, poi il giurista Graziano: seguono Pietro Lombardo, teologo, poi Salomone, Dionigi l’Areopagita, convertito da 8. Paolo, Paolo Orosio, Severino Boezio, autore di un libro sulla « Consolazione della filosofia », Isidoro di Siviglia, il venerabile Beda, Riccardo, e infine Sigieri di Brabante che insegnò filosofia a Parigi e si attirò molti nemici. Alla fine della presentazione i beati riprendono la danza e il canto con lo stesso accordo del meccanismo di un orologio, che invita i religiosi alle preghiere del mattino.