Il termine Romanticismo viene utilizzato generalmente per riferirsi a quella vastissima corrente spirituale che si sviluppa tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento in Germania, per poi diffondersi nel resto d’Europa. La parola « romantico » viene dall’inglese romantic (da romance: romanzo cavalleresco medievale) che dal Settecento inizia a identificarsi con il gotico e il medievale, contrapposto al classico e all’antico.
Con il Romanticismo si consolida e diffonde un nuovo modo di considerare la natura, la religione, la filosofia della storia, l’arte e la poesia, che fa riferimento a nuovi concetti di emozione.
A livello estetico, il Romanticismo può essere visto come un rifiuto dei precetti di ordine, calma, armonia, equilibrio, idealizzazione e razionalità, che avevano caratterizzato il Classicismo e il Neoclassicismo. Da un punto di vista più specifico, esso è consistito anche in una violenta reazione contro la cultura illuministica, il razionalismo astratto e il materialismo settecenteschi. I poeti e gli artisti romantici sottolineano infatti la centralità dell’ individuo , dell’ elemento soggettivo , della dimensione irrazionale , del potere della fantasia , degli stati d’animo spontanei, visionari, mistici . Temi centrali Pur nella infinita proliferazione di temi che ha contrassegnato la parabola storica dei vari romanticismi nazionali, possiamo enucleare alcuni atteggiamenti-chiave trasversali alle varie poetiche e alla produzione dei vari artisti e teorici romantici. Nei testi teorici, nelle opere poetiche e più in generale nella produzione artistica dell’epoca romantica riscontriamo infatti:
— una valutazione inedita e approfondita delle bellezze della natura , vista come vita, organismo, come insieme animato, in contrapposizione al meccanicismo
— un’esaltazione generale della sfera emozionale in contrapposizione alla dimensione razionale e una nuova riconsiderazione della spiritualità , valutata come indice fondamentale di autenticità interiore e libertà morale. Mentre la cultura illuministica era tendenzialmente atea e materialistica, in molti romantici troviamo un’altissima tensione etico-spirituale che si manifesta in varie forme: anelito verso l’infinito, desiderio di immortalità, culto dei più alti valori morali (compreso l’amore per la patria), profonda ansia religiosa. Vengono così rivalutate anche le religioni tradizionali e si registra soprattutto una entusiastica riscoperta del cristianesimo evangelico. La religione è infatti innanzitutto una questione interiore e sentimentale, e non l’insieme di dogmi e superstizioni in cui la inquadravano gli illuministi;
— una rivalutazione estrema del potere dei sensi rispetto all’intelletto, accompagnata da un’attenzione continua, talora spasmodica, per gli aspetti introspettivi e per le pure potenzialità mentali con un conseguente, rinnovato interesse per gli stati eccezionali o abnormi della psiche e della creatività (evidenti nel culto del «genio», dell’artista sregolato, dell’eroe o della figura eccezionale, o nella predilezione per l’esotico, il misterioso, il bizzarro, l’occulto, il mostruoso, il malato e persino il satanico);
— una nuova visione dell’ artista come creatore supremamente individuale , il cui spirito creativo libertario appare più importante rispetto all’uso rigoroso di regole e procedure formali tradizionali. In questo senso, a livello estetico generale, si manifesta ovunque una chiara predilezione per i pe-riodi anti-classici (medioevo gotico, barocco, manierismo); — una concezione del potere immaginativo come viatico per esperienze trascendenti, talora mistiche. Storia e tradizione Ricordiamo infine come l’amore per le proprie radici (etniche, storiche, politiche, culturali) spinga gli intellettuali romantici a studiare, esaltare e riscoprire dovunque il patrimonio sepolto delle tradizioni popolari delle singole nazioni (amore e interesse per le antiche fiabe, le leggende, le saghe, i racconti popolari); essi danno vita ad un’evidente rivalutazione della Storia vista nel suo perenne e dialettico divenire. In particolare i romantici rivalutano il Medioevo perché in quel periodo trionfava la spiritualità cristiana e soprattutto perché in quei secoli avevano cominciato a prendere forma le moderne nazioni europee . Grazie inoltre a una nuova attenzione per la realtà storica, e in virtù dell’idea che ogni epoca e ogni popolo siano dotati di un carattere peculiare, l’uso del termine « nazione » comincia a indicare un’entità culturale e spirituale che condivide lingua, sangue, tradizioni.